Storia del popolo accadico



L'Impero accadico fu  creato in Mesopotamia dagli Accadi, una popolazione di origine semitica, alla fine del III° millennio a.C. La loro origine è incerta, ma si ritiene che provenissero dal deserto arabico o dai monti settentrionali degli Zagros, da dove sarebbero giunti nella terra dei due fiumi. L'impero accadico è il "primo impero della storia", poiché è il più antico impero di cui si abbia memoria.
Intorno al XXIV° secolo a.C. le potenti città-stato sumere, riunite in un unico regno da Lugalzagesi, furono assoggettate dagli Accadi nel 2.350 guidati dal leggendario re Sargon I°, soprannominato signore delle quattro parti del mondo (Si credeva infatti che la Terra non fosse molto più estesa della Mesopotamia e fosse limitata a est dal Golfo Persico, a ovest dal Mar Mediterraneo, a sud dai deserti dell'Arabia e a nord dall'altopiano iranico, in breve queste 4 parti del mondo erano: 
 1) il regno di Sumer (3.000 a.C. - 1763 a.C.) con capitale Kish a sud, 
2) il regno dell'Elam (2.700 a.C. - 539 a.C.) ad est 
3) il regno di Subartu o Siria, 3.000 a.C. a nord, 
4) il regno di Amurru o Martu in sumerico o Amorrei 3.000 a.C. ad ovest. 
Gli akkadi imposero il loro dominio su vasti territori e posero la capitale ad Agade in accadico, Akkad per i babilonesi, capitale dell'impero di Sargon I°.

Egli ha vantato di aver soggiogato i "quattro quarti" - a nord (Subartu o Siria), a sud (Sumer con capitale Kish), ad est (Elam) e ad ovest (Amurru o Amorrei).
                                        
                                  Sargon I° (2334 - 2279)

Sargon
Mentre si sviluppava la civiltà sumerica, popolazioni provenienti dal deserto arabico penetravano nel territorio del Tigri e dell'Eufrate. Erano gli Accadi, che si mescolavano con le popolazioni locali, stabilirono rapporti commerciali  con i Sumeri e ne assimilarono il sistema di vita e la cultura. poi occupò il regno dei sumeri, nelle sue campagne di conquista assoggettò Ebla, in Siria, poi Elam e gli amorrei. Fondatore di tale impero fu Sargon I° (in accadico Sharru-Kin = "legittimo re"), che regnò per 55 anni dal 2334 al 2279 a.C. Lui dichiarò di essersi invaghito della dea Ishtar,
dea Ishtar o Inanna per i sumeri, dea dell'amore, della vita, della terra e della guerra

così anche lei nei suoi confronti, solo così poteva legittimare il suo potere, per la mentalità sumerica, solo chi si univa con una dea poteva diventare re. Sargon I° in brevissimo tempo conquistò tutte le città sumeriche unificando la Mesopotamia sotto il suo dominio autonominatosi Ensi di Enlil (I Sumeri lo chiamano EN, ENSI = era il più alto funzionario della città stato sumera, più tardi uno diventa Ensi sposando la dea Inanna per i sumeri, Ishtar per gli accadici, dea dell'amore e figlia di Sin, dio della luna, legittimando il dominio attraverso il consenso divino. LUGAL, inizialmente era subordinato al ruolo sacerdotale di Ensi, ed era stato nominato nei momenti di difficoltà, poi ebbe un ruole preminente non più subordinato al sacerdote Ensi, Lu = uomo, Gal = grande. Il principe è ritenuto a sua volta un rappresentante del dio protettore della città in questo caso Enlil.).  La capitale di questo impero fu Agade in accadico significa  (corona di fuoco) riferendosi alla dea Ishtar, la dea brillante, il cui culto era celebrato nella stessa città, mentre per gli assiri e i babilonesi si dice Akkad cioè "di Akkad". Fin dalle origini, infatti, il governo akkadico si presentò con carattere teocratico. La città appartiene a un dio, anche se altri appaiono esservi adorati; e questo dio è un padrone assoluto, che esprime la sua volonta' insindacabile mediante portenti e presagi. Compito del re terreno è di interpretare il volere del re celeste; ed insieme di renderlo lieto e benigno, onde assista con la sua protezione i fedeli cittadini. Lo si onora percio' con l'erezione dei templi.
Una leggenda su Sargon


tavoletta della leggenda di Sargon


1.  Io sono Šarru-kin, re potente, re di Akkad (Agade).
2.  Mia madre era una entu (alta sacerdotessa), mio padre non conosco.
3.  Il fratello di mio padre abita la montagne,
4.  La mia città è Azupiranu che è posta sulle rive dell’Eufrate.
5.  La madre (mia), la entu (alta sacerdotessa mi concepì, in segreto mi partorì,
6.  Mi pose in una cesta di canne, con bitume la mia apertura (della cesta) chiuse.
7.  Mi consegnò al fiume, dal quale non venivo fuori (non potevo sfuggire).
8.  Il fiume mi trasportò sopra sulla groppa. Aqqi, l’A.BAL (= accadico dalum) (l’attingitore d’acqua), mi prese (raccolse).
9.  Aqqi, l’A.BAL, nell’immergere il suo secchio mi fece salire.
10.    Aqqi, l’A.BAL, in qualità di figlio adottivo mi crebbe.
11.    Aqqi, l’A.BAL, per il suo lavoro di giardinaggio (come frutticoltore) mi pose.
12.     Durante il mio lavoro di giardinaggio (la dea) Ištar mi amò (così tanto che)
13.      (per) 55 anni esercitai la regalità.
14.      Le genti, teste nere, io governai (e) amministrai.
15.       Montagne imponenti con picconi di rame attraversai velocemente,
16.      Salii sopra più volte alle cime delle montagne,
17.      oltrepassai più volte le zone più basse delle montagne.
18.       Il paese del mare conquistai (per) tre volte,
19.      Tilmun io conquistai;
20.       verso la grande città-fortezza di Der salii;   
21.      Kazallu distrussi …
22.      Qualunque re che salga (alla regalità) dopo di me
23.       (per) 55 anni possa esercitare la regalità!
24.       Le genti, teste nere, possa governare ed amministrare!
25.       Montagne potenti con picconi di rame [possa superare!]
26.      Possa salire più volte sopra le cime delle montagne!
27.      [Possa superare più volte le zone più basse delle montagne!]
28.     Il paese del mare possa assediare (per) tre volte!
29.      [Tilmun possa conquistare!]
30.      [Verso] la grande città-fortezza di Der possa salire!
31.      […] dalla città di Akkad.
32.           …….

Nel tempo in cui la Mesopotamia era una terra fertile e ricca, una bellissima sacerdotessa ebbe un figlio altrettanto bello, che chiamò Sargon I°. Non potendolo tenere con sé, la madre pensò di affidarlo al fiume, così lo pose dolcemente in un canestro di vimini che spinse lontano dalla riva sperando che il suo piccolo fosse trovato e cresciuto da buone persone. Così fu. Un portatore di brocche trovò il cesto incagliato tra le canne e portò il bambino nella sua dimora dove crebbe forte e sano. In seguito, divenuto adulto divenne un importante consigliere di Ur-Zababa, re dei sumeri a Kish, capitale dei sumeri. Un giorno Sargon si ribellò al suo re e fondò una nuova città chiamata Akkad, che in seguito divenne capitale di un vasto impero. Suo successore fu il figlio Rimush.

                                 
                                                                   Rimush (2279 - 2270)



nome di Rimush

iscrizione votiva di Rimush re di Akkad

tavoletta elenco delle vittorie di Rimush




















Rimush 2º re di Akkad regnò dal 2279 al 2270 a.C. e dovette affrontare numerose ribellioni e fu infine assassinato, probabilmente dai sostenitori di suo fratello maggiore, Manishtushu, che assunse poco dopo il potere.
                             Manishtushu (2270 - 2255)


stele di manishtushu

stele di Manishtushu
Manishtushu 3º re di Akkad regnò dal 2270 al 2255 a.C. Manishtushu (il cui nome significa "Chi è con lui?") è il figlio di Sargon di Akkad e il padre di Naram-Sin. Succedette al fratello, probabilmente gemello, Rimuš (il cui nome significa "Suo dono", "Suo amato"), a seguito di una congiura di palazzo. Il suo fu regno di pace e tranquillità e ciò è deducibile dal fatto che egli poté allontanarsi molto dalla città di Accad e affrontare delle spedizioni sia nell'Elam che nel Golfo Persico. Quest'ultima spedizione è stata confermata dal ritrovamento di "tombe" di circa 180 uomini che sono stati uccisi in modo violento e poi però sepolti in modo ordinato. Egli abbandonò il titolo di "Re di Akkad" e di lugal-kalam-ma, "Re del paese" (Sumer), e prese il nome di lugal-kiš, da interpretare come "re della totalità" e non re della città di Kiš.

                               Naram-Sin (2255 - 2218)

nome di Naram-Sin
 
Stele di Naram-Sin che celebra la vittoria contro Lullubi sulle montagne di Zagros

trattato di alleanza tra Naram-Sin re di Akkad e il re di Elam

trattato di alleanza tra Naram-Sin ed il re di Elam
Naram-Sin, figlio di Manishtushu, 4º re di Akkad regnò dal 2255 al 2218 a.C., sconfisse una coalizione di città sumere e ristabilì il potere accadico. Inoltre espanse i confini dell'impero sconfiggendo il re di Magan nell'estremo sud del golfo Persico, e riconquistando i territori dei monti Zagros e Tauro, distruggendo poco dopo Aleppo e Mari. Costruì un centro amministrativo a Nagar e Ninive.

                         Shar-Kali-Sharri (2218 - 2193)

nome di Shar-Kali-Sharri

Shar-Kali-Sharri, figlio di Naram-Sin, 5º re di Akkad, e regnò per 25 anni dal 2218 al 2193 a.C., circa. Fu l'ultimo discendente di Sargon sul trono di Akkad. Al regno di Shar-Kali-Sharri seguì un periodo caotico di circa 3 anni durante il quale governarono contemporaneamente 4 sovrani: Nanum (Nanium), Igigi, Imi, Elulu.

                                       Nanum

                                      Igigi

                                         Imi

                                     Elulu

                                  Dudu (2190 - 2174)

Dopo questo periodo di caos, il re Dudu ascese al potere e regnò dal 2190 al 2174 a.C. circa.

                             Shu-Turul (2173 - 2172)
 
Ultimo re di Akkad dal 2173. A causa della vastità del suo territorio, Shu-turul dovette affrontare numerose ribellioni e verso la fine del suo regno subì l'invasione dei Gutei nel 2172, che distrussero definitivamente l'impero. Ma ciò che determinò realmente la scomparsa furono le gravi tensioni interne venutasi a formare negli ultimi anni di vita dell'impero accadico.

Intorno al 2150 a.C., comunque, il regno accadico dovette subire l'urto dei Gutei, popolazione proveniente dall'Iran Occidentale, che ne provocò la caduta. Nonostante il crollo del regno, l'accadico - la lingua semitica degli Accadi - sopravvisse, accanto all'antico sumerico, come lingua scritta e notarile, nonché lingua liturgica.